Ucciso sulla statale, no all’archiviazione

CAGLIARI PROVINCIA – VILLASOR, Mercoledì 23 febbraio 2011

L’impresario Giovanni Caria investito da due auto mentre attraversava
Accolte dal gip le tesi della difesa, indagini subito riaperte

Accolte dal gip le tesi dell’avvocato Olla. Riaperte le indagini per la morte dell’impresario investito sulla statale Sulcitana.
L a morte dell’impresario edile e autotrasportatore di Villasor, Giovanni Caria, investito e ucciso sulla statale Sulcitana la mattina del 17 novembre 2009, non sarà più archiviata. La richiesta presentata dal pubblico ministero Liliana Ledda non è stata accolta dal giudice per le indagini preliminari Roberta Malavasi che ha invece accolto in pieno la tesi difensiva dell’avvocato Alfonso Olla, legale della famiglia dell’imprenditore. Il pm, adesso, dovrà formulare l’imputazione contro Pierluigi Buttu e Alessio Notturno, i due automobilisti che quella mattina, viaggiando su diverse vetture, una volkswagen Fox rossa e una Citroen C2, investirono Caria che, sceso dal suo camion, si accingeva ad attraversare la litoranea per raggiungere il bar dalla parte opposta della carreggiata.

LA RICOSTRUZIONE
Per l’avvocato Olla sia la ricostruzione fatta dai carabinieri, intervenuti sul luogo dell’incidente, sia la tesi sostenuta dal consulente tecnico del pubblico ministero secondo il quale la situazione di pericolo si era manifestata in maniera imprevedibile quando il pedone aveva iniziato la manovra di attraversamento. Buttu e Notturno, non avrebbero avuto il tempo di frenare ed evitare l’impatto contro Giovanni Caria, colpito una prima volta dalla prima auto e poi investito violentemente dalla seconda vettura che procedeva sulla stessa direzione di marcia. Per l’impresario edile di Villasor la morte sopraggiunse immediatamente. Una tragedia che la moglie Maria Rita Marongiu e i figli non hanno mai accettato, chiedendo con forza agli avvocati di impedire che la loro tragedia finisse archiviata e senza responsabili. Per questo l’avvocato Alfonso Olla, di fatto ricostruendo scrupolosamente la dinamica dell’incidente, anche grazie alla consulenza fornita dall’ingegner Stefano Ferrigno su incarico della vedova, ha portato elementi tali nelle sue memorie difensive da convincere il gip a bloccare l’archiviazione e predisporre la prosecuzione delle indagini.

LE COLPE Insomma, per il difensore della famiglia Caria ci sarebbero «molteplici e gravi elementi di responsabilità» a carico degli indagati Buttu e Notturno che non potevano essere disattesi. La tragedia avvenuta la mattina del 17 novembre verso le 10,30 sul rettilineo della statale 195, tra il semaforo di Villa San Pietro e il confine con Pula, non poteva certo essere addebitata all’attraversamento frettoloso e distratto da parte di Giovanni Caria, ma al contrario a precise responsabilità dei due investitori.
ANDREA PIRAS