Il 6 dicembre 2009 morì Tigellio Musu che era alla guida di una Punto colpita da una Bmw
SIMAXIS «Venti mesi per l’autista responsabile dell’urto finito in tragedia» Un impatto terribile fra due auto. Tanto che per il conducente della Fiat Punto quel 6 dicembre 2009 non ci fu scampo: Tigellio Musu, pensionato settantenne di Siamanna, morì subito dopo. Al volante della Bmw Stefano Sini, che stando alla ricostruzione dell’incidente fatta dagli inquirenti, viaggiava a velocità superiore al limite consentito. Ieri, nelle conclusioni del processo, il pubblico ministero Giuseppe Scarpa ha chiesto un anno e otto mesi di condanna per Sini, accusato di omicidio colposo. Il dibattimento si è aperto ieri con la testimonianza dell’ispettore della Polstrada Roberto Tuveri: «La Fiat procedeva in direzione Siamanna-Simaxis e mentre svoltava verso sinistra per imboccare una stradina laterale è arrivata una Bmw a forte velocità». Rispondendo a una domanda della difesa (l’avvocato Graziano Flore) l’ispettore Tuveri ha descritto la strada extraurbana «a due corsie a doppio senso di circolazione con limte a novanta chilometri orari. Non si può escludere che la vittima stesse facendo una manovra di inversione a U, ipotesi che non abbiamo preso in considerazione visto che l’auto era già in direzione della stradina». Subito dopo il giudice Anna Rita Murgia ha sentito il consulente del pm, ingegner Enrico Scanu, che ha svolto verifica dei veicoli del luogo in cui è accaduto l’incidente. «La Bmw viaggiava a velocità di 127 chilometri orari proprio mentre la Fiat era impegnata in una manovra di svolta non regolare in una strada con accesso angusto e non visibile, con linea di margine continua; la vegetazione rendeva peraltro incompleta la visibilità». Sulla manovra di svolta si è soffermato anche il consulente della difesa, ingegner Stefano Ferrigno: «L’accesso alla stradina non era segnalato e quella manovra era imprevedibile. L’impatto, verosimilmente, avrebbe avuto conseguenze meno gravi se la velocità della Bmw fosse stata a 50 chilometri orari».
Nella requisitoria il pm ha sottolineato che il nodo sta nella velocità della Bmw. «Non abbiamo certezza che la vittima stesse svoltando in quella stradina; nessuno ha escluso che potesse essere impegnato nella manovra di cambio di marcia proprio quando è arrivato Sini, responsabile di aver superato il limite imposto in quella strada. L’impatto fu devastante, si parò di un’esplosione. Se la velocità fosse stata di 80-90 chilometri le conseguenze non sarebbero state così tragiche». Poi la parola alla parte civile. L’arringa della difesa e la sentenza il 18 ottobre.
di Patrizia Mocci
[UNIONE SARDA del 18.06.2013]