Il segnale indicava la via provvisoria da seguire per Cagliari durante alcuni lavori
NURAMINIS A volte lungo le disastrate strade della Sardegna si muore per cause che lasciano a bocca aperta. Niente a che fare con l’eccesso di velocità, come tante volte hanno dovuto raccontare le cronache: l’8 luglio 2012, esattamente dodici mesi fa, due giovani hanno perso la vita sull’asfalto della statale 131 all’altezza di Nuraminis a causa di un cartello con indicazioni sbagliate (per Cagliari suggeriva la svolta a sinistra), sistemato in un punto sbagliato (all’uscita del paese, dove necessariamente si doveva girare a destra verso Oristano e Sassari) e con una correzione resa illeggibile dallo scorrere del tempo. Così Evgeni Kolesnikov, 24 anni, originario di Chisinu, in Moldova, ma residente nel capoluogo, di rientro in città dopo una giornata trascorsa a Gergei, alle 4 del mattino aveva dato uno sguardo al segnale, aveva compreso ciò che l’indicazione faceva comprendere e si era immesso sulla quattro corsie senza sapere che di lì a poco avrebbe terminato la sua breve esistenza terrena. Un chilometro e duecento metri dopo la Giardinetta Fiat di colore rosso condotta dal giovane extracomunitario si era scontrata frontalmente con un’Audi A3 sulla quale viaggiavano quattro ragazzi. Per le conseguenze dello schianto Kolesnikov era spirato sul colpo; 24 ore dopo in ospedale la stessa sorte era toccata al 20enne Alessandro Ardu, di Segariu, seduto nel lato passeggero della piccola berlina che procedeva in direzione opposta. Quella corretta. Ferito il conducente, il 29enne Achille Congiu di Guamaggiore, e due ragazze che si trovavano nel sedile posteriore del veicolo.
ANAS E INDAGATI Un errore del quale ora deve rispondere l’Anas, l’azienda nazionale responsabile della sicurezza e della manutenzione delle strade statali. La Procura della Repubblica di Cagliari e i carabinieri della stazione e della Compagnia all’indomani della disgrazia avevano avviato un’indagine sfociata nelle scorse settimane in quattro avvisi di garanzia a carico di altrettante persone con incarichi di responsabilità nell’ente pubblico: Enrico Atzeni, 50 anni, dirigente Area esercizio, responsabile nel procedimento; Emanuele Perra, 39, capo centro con competenza operativa; Salvatore Luca Murru, 47, capo nucleo; Enrico Spiga, 59, capo cantiere. Tutti devono rispondere di duplice omicidio colposo. Sarebbero dovuti essere loro, secondo l’attuale impostazione investigativa, a eliminare per conto dell’azienda quel cartello all’origine dell’incidente. Ma Oriele Fagioli, capo compartimento Anas per la Sardegna, alcuni mesi fa davanti al sostituto procuratore Alessandro Pili che lo interrogava per chiarire la catena delle responsabilità nell’azienda avrebbe respinto le accuse sostenendo che i suoi uomini in quel tratto non passavano da tempo, da quando cioè erano terminati i lavori di sistemazione dell’asfalto, dunque non potevano accorgersi del problema. Inoltre, poiché la strada era stata ceduta al Comune, si sarebbe dovuto eventualmente chiedere conto ad altri dei possibili errori.
L’INDAGINE Il problema in effetti non è di facile soluzione per gli investigatori, anche tenuto conto del tempo trascorso dalla sistemazione del segnale. Anzi, il primo quesito cui dare risposta è proprio questo: quando è stato sistemato il cartello? Certamente all’epoca in cui era in corso uno degli innumerevoli interventi sulla statale. L’Anas lo aveva piazzato 180 metri prima dell’incrocio tra la 131 e via Nazionale, strada che attraversa Nuraminis e mette in collegamento due punti diversi di una quattro corsie che all’epoca evidentemente non era normalmente percorribile. Così, ecco l’indicazione: per Cagliari a sinistra. Poi, terminate le opere, sopra il segnale era stato messo un divieto di transito (il classico cerchio rosso con una striscia bianca nel mezzo). Intervento forse efficace all’inizio ma divenuto inutile con lo scorrere del tempo: già un anno fa quel colore era scomparso lasciando il posto a un incomprensibile cerchio bianco. Ecco perché Kolesnikov, che pure lucidissimo non era (a parte la stanchezza per l’ora, secondo il pm aveva i sensi parzialmente offuscati dall’alcol), si era immesso sulla statale contromano. Ed ecco il perché dell’inchiesta, della cui esistenza sono stati informati gli avvocati difensori Giovanni Raimondo Serra, Andrea Pogliani e Debora Amarugi: l’Anas era, ed è, l’azienda competente sulla regolarità e la manutenzione della segnaletica. La domanda che si pone la Procura ora è: chi aveva il compito di far sapere che il cartello, sbagliato, era ancora lì?
Andrea Manunza
Fonte Unione Sarda