Il disastro ferroviario dimenticato – Inchieste ferme, l’unico indagato è già rientrato al lavoro

NUORO – MACOMER Mercoledì 12 dicembre 2007

Sei mesi fa lo scontro tra motrici nel quale persero la vita tre persone, si attende ancora la perizia tecnica

Qualche tempo fa le FdS hanno prima chiuso e poi riaperto l’inchiesta interna, con la richiesta di dichiarazioni del capostazione indagato.
Tre omicidi (colposi) ancora in cerca di autore, inghiottiti dall’oblio e da inchieste che sembrano procedere alla stessa lentissima velocità con la quale viaggiano i treni sulla ferrovia a binario unico dove la tragedia è maturata. E l’unico indagato, il capostazione di Nuoro Giuseppe Sanna, che nel frattempo, in attesa di pronunciamenti che non arrivano, è rientrato al lavoro dopo un periodo di congedo per malattia.

LA TRAGEDIA Erano le 7.15 del 15 giugno 2007 quando il treno passeggeri partito da Nuoro quasi un’ora prima si scontrò, in territorio di Birori, con una motrice sulla quale viaggiava personale delle FdS che avrebbe dovuto essere impegnato nella manutenzione della linea a scartamento ridotto. Lo scontro provocò la morte di tre persone che viaggiavano sul treno passeggeri: il macchinista Cosimo Serra, il disabile silanese Bachisio Arca e la turista inglese Elizabeth Beever. Immediatamente le indagini si focalizzarono sul capostazione che quella mattina, al momento della partenza da Nuoro, avrebbe scordato di segnalare al capotreno l’incrocio con il vagone della manutenzione all’altezza di Birori. Un errore che sarebbe stato fatale ma che, secondo la difesa dello stesso Sanna, poteva essere rimediato da una migliore gestione delle procedure di sicurezza.

L’INCHIESTA «Non ho voglia di parlare, non è il momento, visto che ci sono inchieste ancora in corso», dice Giuseppe Sanna, che da metà ottobre è tornato in servizio, con incarichi diversi rispetto a quelli che ricopriva sino a giugno. Né più loquace è il suo legale Giancarlo Federico, messogli a disposizione dall’ente di assistenza dei ferrovieri: «Nessun commento». Nemmeno sulle strane procedure di un’inchiesta interna delle FdS dichiarata chiusa qualche mese fa e solo recentemente riaperta dalla direzione generale, che ha chiesto di poter sentire l’unico indagato? «Nessun commento».

LE FDS Di più non aggiunge Fulvio Castori, direttore compartimentale delle FdS: «Non sono certo io a decidere i tempi delle inchieste – commenta – so solo che la fase istruttoria si è chiusa in attesa del rientro in servizio del nostro dipendente che è sotto indagine. Ora che è nuovamente abile e arruolato chi di dovere potrà chiedergli una collaborazione per la ricostruzione di quanto accaduto». L’inchiesta principale è naturalmente quella giudiziaria, che viene portata avanti dal pm di Oristano Lucio Marcantonio, che procede per l’ipotesi di omicidio colposo plurimo e disastro ferroviario. Tutto è fermo in attesa del deposito della perizia tecnica, della quale è stato incaricato l’ingegner Edoardo Ferrigno.

I PARENTI Lorenzo Virdis, di Silanus, cognato di una delle vittime (Bachisio Arca) non vuole commentare i ritardi nelle inchieste: «Siamo rinchiusi nel nostro dolore e non abbiamo commenti da fare». Il loro legale Gianfranco Congiu conferma lo stallo nell’inchiesta: «Posso solo confermare di non aver ricevuto comunicazioni di alcun tipo. Dopo sei mesi siamo ancora costretti ad aspettare».
ANTHONY MURONI