Guasto, negligenza o fatalità? Il gip dispone una perizia dopo l’incidente fatale a Gianni Cabras

OGLIASTRA – BAUNEI, Mercoledì 17 settembre 2008

Operaio schiacciato nell’autobotte, due indagati – Avviso di garanzia al presidente dell’Ente foreste e all’autista del mezzo

I l dolore, il lutto. E ora l’inchiesta giudiziaria. Con una conseguenza inevitabile: per la morte di Gianni Cabras, l’operaio di Baunei, 40 anni, rimasto schiacciato nell’autobotte dell’antincendi che dieci giorni fa si è ribaltata sull’Orientale sarda, arrivano due informazioni di garanzia. Una è stata notificata all’autista del mezzo, Umberto Fenude, 44 anni, anch’egli di Baunei, l’altra a Carlo Murgia, 51 anni, presidente regionale e quindi rappresentante legale dell’Ente foreste. Per entrambi l’ipotesi di reato è quella di omicidio colposo.

GUASTO, ERRORE O FATALITÀ
Si tratta ovviamente di un atto dovuto, a tutela degli stessi indagati. La Procura della Repubblica di Lanusei ha disposto il sequestro dell’autobotte per verificare se l’incidente sia stato provocato da un guasto meccanico e se questo sia imputabile a una mancata manutenzione del mezzo oppure se la causa dello schianto sia da ricercare in un errore dell’autista. Umberto Fenude, di fatto, non era riuscito a controllare il mezzo, aveva cercato di infilarsi in una stradina laterale ma l’autobotte si era ribaltata. E Cabras era rimasto schiacciato tra le lamiere.

LA PERIZIA Il gip Carmela Rita Serra ha nominato un perito, l’ingegnere Stefano Ferrigno, che nella forma di incidente probatorio, dovrà esaminare il mezzo e fornire le risposte necessarie per accertare eventuali responsabilità. Oggi si terrà l’udienza per il conferimento dell’incarico e Umberto Fenude, difeso dall’avvocato Marcello Caddori, nominerà a sua volta Francesco Marongiu, ingegnere della Motorizzazione civile, come consulente di parte.

LA DIFESA L’autista, ricoverato in ospedale dopo la tragedia, ancora convalescente e sotto choc per la morte del collega, dovrà ora affrontare una battaglia giudiziaria. E lo stesso onere avrà Carlo Murgia, il quale è finito nel registro degli indagati perché, da presidente dell’Ente foreste, ha la responsabilità di garantire l’efficienza dei mezzi in dotazione agli operai e la loro sicurezza sui luoghi di lavoro. Dallo stesso Ente, subito dopo la disgrazia, arrivavano dichiarazioni ben precise che escluderebbero negligenze. «L’autobotte – garantiva il direttore generale, Graziano Nudda – era stata sottoposta a revisione in una officina autorizzata e specializzata non più di due mesi prima».

LA POLEMICA Si trattava di una prima risposta alle accuse lanciate dal sindacato autonomo Snaf che aveva denunciato presunte inadeguatezze di «mezzi vecchi e troppo insicuri». Con toni più pacati, ma ugualmente fermi, si esprimevano anche Cgil, Cisl e Uil, che in un documento congiunto, «senza voler accusare nessuno», chiedevano che venissero adottate tutte le misure «affinché – si leggeva nella nota – i lavoratori possano esercitare le loro funzioni con maggiori tutele e minori pericoli. La verità va ricercata senza strumentalizzazioni o sciacallaggi».

NO ALLA GOGNA Proprio la presa di posizione assunta dai sindacati confederali suggerisce la linea più appropriata. In questo momento è opportuno attendere gli esiti dell’inchiesta giudiziaria, senza quei processi sommari che rappresentano i nemici peggiori della giustizia stessa.
T. PL.