Lo schianto costò la vita al finanziere Pierpaolo Bandinu: cercò di schivare il camion in avaria a bordo strada
di Kety Sanna
NUORO. È stata un’udienza tecnica quella che si è tenuta ieri mattina davanti al giudice monocratico Luigi Demuro al processo per la morte di Pierpaolo Bandinu, il giovane finanziere nuorese che morì il 14 luglio del 2007 schiantandosi con la sua moto contro un camion fermo ai bordi della 131 in direzione Abbasanta. L’imputato Raffaele Lecca, autotrasportatore di Cagliari, accusato di omicidio colposo è difeso dall’avvocato Gianfranco Trullu mentre la famiglia della vittima si è costituita parte civile con l’avvocato Gianluigi Mastio mentre l’associazione Vittime della strada con l’avvocato Ettore Cinus. Rappresenta invece la compagnia di assicurazione, citata quale responsabile civile, l’avvocato Antonio Careddu.
In aula l’ingegnere Stefano Ferrigno, consulente tecnico della Procura, incaricato dal pm Andrea Vacca, di ricostruire e accertare la dinamica dell’incidente che costò la vita al centauro. Nella relazione depositata agli atti, tutti i dati raccolti dal tecnico che si è avvalso anche dell’analisi delle testimonianze per ricostruire la scena dell’evento drammatico. «Controllai i mezzi coinvolti nell’impatto: l’autotreno e la Suzuki 650. Nel camion che quella mattina venne parcheggiato sul ciglio della strada perchè in avaria, nonostante fosse stato aggiustato nel momento in cui lo sottoposi a controllo, risultava che una parte metallica era stata sostituita a causa di una rottura che non permetteva il trasferimento del comando al pedale della cabina. La moto era invece efficientissima. Usai invece un dispositivo Gps che mi permise, analizzando altre variabili, di calcolare la velocità dei mezzi. Pierpaolo Bandinu frenò una volta che si accorse dell’ostacolo e riuscì con maestria a fare una manovra ad “S” che gli permise di schivare il camion che sorpassava ma non quello fermo subito dopo. Il tir era accostato sulla destra a un metro dal guard rail ed occupava 2 metri e mezzo di spazio. L’autotrasportatore non pose il triangolo catarifrangente per segnalare la presenza del mezzo fermo. Ma era anche una giornata limpida ed era visibile da diversi metri. Bandinu frenò portando la velocità della sua due ruote a 40 chilometri orari. Il giovane viaggiava in sicurezza».
La prossima udienza si terrà il 23 gennaio prossimo.